Gli standard aperti: Il Futuro dell’Accessibilità nei Progetti Infrastrutturali

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I progetti edilizi e infrastrutturali sono concepiti e realizzati per garantire una lunga durata nel tempo: ponti, strade e gallerie, ad esempio, vengono solitamente progettati per una vita utile compresa tra i 50 e i 100 anni, mentre gli edifici possono raggiungere una longevità ancora maggiore. Tuttavia, sebbene le strutture fisiche siano pensate per resistere nel tempo, le modalità di creazione, gestione e archiviazione delle informazioni relative a tali opere hanno subito trasformazioni radicali negli ultimi decenni. Solo quarant’anni fa, la documentazione di progetto veniva redatta prevalentemente in modo manuale, mentre oggi l’intero ciclo di vita dei progetti viene gestito in ambienti digitali, favorendo una maggiore precisione, collaborazione ed efficienza nella gestione delle informazioni.

Nonostante questi significativi progressi tecnologici, sono emerse nuove sfide, tra cui quelle legate all’interoperabilità e alla conservazione a lungo termine dei dati. È possibile garantire una collaborazione efficace tra diversi strumenti software e team di progetto? E, aspetto forse ancor più cruciale, i file digitali prodotti oggi saranno ancora accessibili e utilizzabili tra decenni? In quest’ottica, risulta evidente quanto sia fondamentale l’adozione di standard aperti per assicurare la sostenibilità e la fruibilità delle informazioni nel tempo.

L'accessibilità dei dati a lungo termine è fondamentale per i progetti infrastrutturali

I progetti infrastrutturali sono concepiti per durare nel tempo, ma i dati digitali relativi ai progetti spesso non godono della stessa longevità. Strade, ponti, gallerie e reti di servizi sono destinati a rimanere operativi ben oltre il ciclo di vita dei software e dei formati di file utilizzati per progettarli, che possono diventare obsoleti nel tempo. Se i dati di progetto vengono archiviati in sistemi proprietari che vengono dismessi o risultano incompatibili con strumenti più recenti, le informazioni essenziali rischiano di diventare inaccessibili, causando costosi interventi correttivi, ritardi e inefficienze durante le fasi di aggiornamento o manutenzione.

Un’ulteriore sfida significativa è rappresentata dal fatto che i team di progetto cambiano nel tempo. Gli ingegneri che hanno progettato un’opera potrebbero non essere più disponibili dopo decenni, e le aziende responsabili della costruzione e della documentazione potrebbero non esistere più. In assenza di formati standardizzati e aperti, i team futuri potrebbero incontrare difficoltà nell’accedere, interpretare o riutilizzare i dati di progetto originali e i cosiddetti “as-built”, con il rischio concreto di perdere dettagli progettuali fondamentali nel corso degli anni.

Questa problematica si rivela particolarmente critica per le amministrazioni pubbliche e gli enti proprietari di infrastrutture, chiamati a garantire la manutenzione degli asset ben oltre la fase di costruzione. Per rispondere a questa esigenza, i governi di tutto il mondo stanno progressivamente introducendo l’obbligo di adottare standard aperti per i dati nei progetti infrastrutturali finanziati con fondi pubblici.

Negli Stati Uniti, ad esempio, l’Evidence-Based Policymaking Act (2018) promuove l’accessibilità ai dati aperti all’interno delle agenzie federali, assicurando che i progetti infrastrutturali mantengano l’interoperabilità dei dati nel lungo periodo. Analogamente, il Data Act dell’Unione Europea impone la condivisione standardizzata e accessibile dei dati tra i diversi settori industriali, rafforzando la transizione verso infrastrutture digitali trasparenti e interoperabili. Queste normative evidenziano un cambiamento fondamentale nel settore: le organizzazioni che non adotteranno standard aperti rischiano di non essere conformi ai nuovi requisiti normativi emergenti.

Collaborazione in un mondo digitale

Un’ulteriore sfida riguarda la crescente complessità dei team coinvolti nei progetti infrastrutturali, che spesso vedono la partecipazione di molteplici parti e stakeholder, ciascuno dei quali utilizza software specializzati. Il passaggio ai flussi di lavoro digitali ha introdotto nuove opportunità di efficienza, ma ha anche generato nuove difficoltà nel garantire la compatibilità tra le diverse soluzioni software adottate. Per questo motivo, la capacità di diversi strumenti e team di progetto di collaborare in modo fluido è diventata fondamentale.

Tradizionalmente, i team si sono affidati a conversioni manuali dei file e a soluzioni temporanee per condividere informazioni tra sistemi incompatibili. Questo approccio, tuttavia, comporta spesso la perdita di dati, incomprensioni e duplicazione degli sforzi, rendendo difficile assicurare che tutti lavorino sempre sulla versione più aggiornata delle informazioni. Nei progetti infrastrutturali complessi, anche piccoli errori nel trasferimento dei dati possono tradursi in costosi rifacimenti e ritardi.

Progetti reali dimostrano il ruolo cruciale degli standard aperti nell’ambito delle infrastrutture moderne. La linea Ruby della metropolitana di Porto, ad esempio, ha fatto affidamento su un approccio BIM condiviso e su formati di dati aperti per coordinare i numerosi team impegnati nella progettazione di viadotti, gallerie e stazioni in un contesto urbano complesso. In modo analogo, il Shusha Bridge in Azerbaijan, un arco in acciaio di 280 metri che attraversa una profonda valle, ha richiesto l’utilizzo dello standard IFC 4.3 per garantire uno scambio dati fluido tra gli stakeholder coinvolti nella modellazione geometrica, nell’analisi strutturale e nel dimensionamento parametrico delle armature. In entrambi i casi, l’adozione di standard aperti e l’interoperabilità hanno assicurato una condivisione accurata dei dati, ridotto al minimo gli errori e consentito una collaborazione efficiente, dimostrando che i flussi di lavoro aperti non sono solo vantaggiosi, ma essenziali per la realizzazione di progetti infrastrutturali complessi.

Gli standard aperti sono più importanti che mai

La progressiva transizione verso flussi di lavoro digitali rende l’interoperabilità e l’adozione di standard aperti più essenziali che mai, soprattutto nel contesto dei progetti infrastrutturali. A differenza dei sistemi chiusi e proprietari, gli standard aperti garantiscono che i dati dei progetti infrastrutturali rimangano accessibili, utilizzabili e adattabili attraverso diversi strumenti software e fasi del progetto.

L’utilizzo di formati standardizzati e indipendenti dal fornitore, come l’IFC, consente ai team di condividere modelli, disegni e dati di progetto senza essere vincolati a un unico ecosistema. Invece di dedicare tempo alla riformattazione dei file o alla risoluzione di problemi di compatibilità, gli stakeholder possono lavorare con dati coerenti e affidabili tra le varie discipline.

ALLPLAN si impegna da tempo per l’interoperabilità e la promozione degli standard aperti, permettendo ai professionisti delle infrastrutture di operare senza barriere. L’Open BIM è parte integrante del DNA di ALLPLAN, che continua a investire nello sviluppo di soluzioni volte a migliorare lo scambio dati e l’accessibilità a lungo termine. ALLPLAN supporta pienamente IFC 4.3, che amplia lo standard IFC per rispondere meglio alle esigenze dei progetti infrastrutturali, inclusi strade, ponti e reti ferroviarie. Inoltre, ALLPLAN è certificato IFC 4 Reference View (RV), a garanzia della conformità agli standard di settore per uno scambio di modelli accurato e affidabile. Guardando al futuro, ALLPLAN continuerà a potenziare le proprie funzionalità IFC, con il pieno supporto a IFC 4 previsto per le prossime versioni, consolidando così il suo ruolo di leader nelle soluzioni di progettazione infrastrutturale aperte e orientate al futuro.

Oltre ai formati di file, anche le piattaforme di collaborazione basate su cloud, come BIMPLUS, stanno rivoluzionando i flussi di lavoro, consentendo il coordinamento dei dati di progetto provenienti da fonti diverse. Pur non essendo un requisito dell’Open BIM, un Common Data Environment (CDE) garantisce che tutti i partecipanti al progetto lavorino sempre con le informazioni più aggiornate. Ciò riduce le discrepanze tra i team e i problemi di controllo delle versioni per una collaborazione fluida nei progetti infrastrutturali moderni.

Con la digitalizzazione che continua a trasformare i settori delle costruzioni e delle infrastrutture, l’interoperabilità non rappresenta più solo un vantaggio, ma una vera e propria necessità. Gli standard aperti permettono ai team di progetto di rendere i dati a prova di futuro, migliorare la collaborazione e mantenere l’accessibilità lungo tutto il ciclo di vita dell’opera, assicurando che i progetti digitali di oggi restino utilizzabili e di valore anche nei decenni a venire.

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